Conus platensis

(Frenguelli, 1946)

 

 

 

·         Conus proteus, Frenguelli, Geologia Uruguaya, pag. 44, 1930

·         Conus proteus, Feruglio, “I terrazzi marini della Patagonia”. Giornale di Geologia. Annali del Museo Geologico di Bologna, 8: 1-288 , Pag. 239, 1933

 

 

 

Descrizione (1):

 

L’unico esemplare incompleto che indico con il nuovo nome di Conus platensis è il medesimo che, nel 1930, ho chiamato C. proteus (Brughière, 1792) per l’identificazione dello sfortunato collega dottor Fiorentino Felippone, che mi accompagnava nel momento in cui lo trovai nel conosciuto giacimento marino del Platense di Punta Carreta, in Montevideo. Sicuramente l’esemplare non era quello che avrebbe dovuto essere necessario per fondare una nuova specie, però, a causa della sua rarità e del fatto che, in realtà, non coincideva con alcuna delle specie viventi o fossili che io conosco, credo che convenga proporre la nuova entità sebbene in via provvisoria.

Altri molluschi presenti nello stesso giacimento furono già menzionati da Ihering, da Feruglio e da me. Il giacimento uruguaiano corrisponde stratigraficamente agli strati conchiferi del Platense della costa argentina dell’estuario del Rio de la Plata, dove fino ad oggi non si sono trovati esemplari di questo genere.

L’esemplare uruguaiano è stato inserito nella collezione del “Departamento de Invertebrados fosiles” del Museo de La Plata (MLPA), con il numero 1342. E’ incompleta a causa della perdita, per rottura, della parte superiore della spira.

E’ una conchiglia piccola e sottile. La parte conservata misura 21 mm. di lunghezza e un diametro massimo, all’altezza della spalla dell’ultimo giro, di 11 mm. La sua altezza originaria, a giudicare dalla forma della parte residua della spira, doveva raggiungere circa 23 mm. In questo esemplare sono conservati solamente le ultime tre spire: la parte posteriore delle spire è relativamente larga, e aumenta lentamente di dimensioni in modo fortemente discendente. Pertanto la sua spira doveva essere relativamente elevata, con un vertice acuto e con il profilo lievemente concavo: la sua altezza probabilmente raggiungeva i 6 mm. Le spire conservate sono molto leggermente concave e spigolose in prossimità della sutura, con la spalla arrotondata; la sutura è fine, però ben marcata e canalicolata. L’ultimo giro  è conico  e allargato, con i lati diritti e la base stretta; la sua lunghezza è di 17 mm., circa più di 2/3 della lunghezza totale presunta della conchiglia. L’apertura è obliqua, lunga, stretta e con i bordi paralleli; è lunga 16 mm. e larga 2 mm.; il labbro esterno è affilato e il labbro columellare è diritto, con una tacca molto poco profonda. La superficie della conchiglia, un po’ logora per l’attrito, non conserva resti della colorazione originale: è completamente bianca e un po’ lucida. L’ornamentazione si riduce a strisce di crescita quasi diritte, sottili, quasi invisibili ad eccezione di qualcuna più pronunciata nell’ultimo giro, e ad una serie di linee spirali appena percettibili sulla metà inferiore della porzione columellare dell’ultimo giro, strie che dovrebbero continuare sulla superficie corrispondente dello stesso giro, ma che sono scomparse per l’usura.

 

Note (1).

 

Questo piccolo Conus non ha nulla a che vedere con il Conus proteus (Brughiere, 1792), che per la verità vive nei mari delle Filippine, né con il Conus proteus (Hwass = Conus spurius) delle Indie Occidentali, a partire dalle Bahamas fino alle Grandi Antille, e neppure con il Conus proteus (Reeve = Conus spurius atlanticus Clench) che dalla Florida prosegue attraverso il Messico fino al Venezuela, al largo delle coste dell’America Centrale. Tutte queste sono specie più grandi, più solide e con la spira bassa e fortemente concava.

D’altra parte, la nuova specie può trovare una certa parentela con il Conus clerii (Reeve, 1844), che oggi vive nella zona di fronte a Capo San Thomé, in Brasile; e forse non si può scartare la possibilità che gli esemplari pescati di fronte al Rio de la Plata dall’  “Albatros” e determinati da Dall come Conus clerii,  come il Conus sp. pescato dalla “Gazzella” più o meno nella stessa località, corrispondano al nuovo Conus platensis. Però, se le due specie possono coincidere bene nelle dimensioni, per la forma e le caratteristiche dell’ultimo giro, si differenziano considerevolmente per la forma della spira che, nel Conus clerii, a giudicare dalla descrizione e dalle figure di Reeve (pag. 229, tav. 43, fig. 229), di Sowerby (Pag. 14, tav. 202, fig. 3-4), Kiener (Pag. 168, tav. 94, fig.2), Tryon (Pag. 37, tav. 10, fig, 4) e Clench(Pag. 21, tavf. 11, fig.2) è depressa, con i lati più concavi, con un apice appuntito. Si può anche aggiungere, a sostegno della nuova specie, la forma della spalla dell’ultimo giro, evidentemente carenata. La stessa differenza può essere riscontrata tra il nostro esemplare e il Conus emarginatus Reeve, dell’Oceano Pacifico, di cui Kiener afferma che il Conus clerii sia una varietà o un individuo giovanile, che però è in realtà una specie più grande e con una spira più alta.

 

 

 

Conus platensis (1)

p. 239

pl. 1. f. 9-11

 

Conus platensis (1)

p. 239

pl. 2. f. 8-11

Conus platensis (2)

Tav. X fig. 2

(Pag. 130)

MLPA. Dept. Fossil Inverts. No. 1342

Tenorioconus granarius (Kiener, 1847)

58.92 mm

Golfo Triste, Venezuela

(Collezione Eric Monnier – Facebook)

 

 


 

 

Chiave per la classificazione delle specie del genere Conus (2)

 

A.   Spira alta, anfratti angolari sfalsati. Parte basale con 10-11 strie spiraliformi, di colore grigio, con resti di macchie longitudinali bruno giallastre ..... C. platensis

AA.   Guglia relativamente bassa o molto bassa, anfratti concavi o diritti.

 

B.   8 anfratti alquanto concavi, superficie liscia, solo 12 striature spiraliformi alla base, grigio chiaro con macchie spirali arancio-marrone .....................…………………... C. iheringi

BB. 7 anfratti, bordi dritti, superficie con periostraco peloso, striature spiraliformi marcate alla base, bianche con macchie marrone-arancio molto compatte in bande longitudinali ........ C. clenchi

 



Bibliografia Consultata